
Chi è Violeta?
“Sono un’ostetrica poliedrica e mi prendo cura della donna nella sua totalità, dal menarca alla menopausa, aiutandola ad aumentare la consapevolezza di sé stessa e a ritrovare il proprio equilibrio”, così si presenta sulla propria pagina web Violeta Benini, ma è la sua Instagram community a darle un’etichetta che è anche la sua missione: la divulvatrice.
Sì, perché Violeta è un’ostetrica libera professionista che si occupa della salute della donna e per questo ha ben chiara la sua value proposition: divulgare notizie scientifiche per “un mondo pieno di vulvagine e clitoridi felici”.
Esercita principalmente nelle provincie di Livorno, Lucca, Pisa, Empoli; ma la sua fama si diffonde in tutta Italia arrivando ad offrire consulenze online o telefoniche, laddove non sia necessaria una visita fisica per accertare lo stato di salute della donna, e realizzare corsi per formare altre ostetriche.

Il social media marketing sanitario
Divenuta famosa grazie al suo profilo Instagram e alle stories con cui con empatia e leggerezza tocca temi delicati, intimi e per molti ancora tabù nel 2018; Violeta vanta all’attivo 32’500 mila followers con cui interagisce quotidianamente.
Partita da un blog, con il supporto pratico ed emotivo della sorella Veronica Benini “la Spora” (consulente in strategie di marketing e comunicazione, corsi di formazione on line per imprenditrici alle prime armi, speaker internazionale e motivatrice femminile che aiuta altre donne a focalizzare e lanciare i loro progetti online), Violeta racconta ed elenca i suoi successi, i suoi trattamenti e si definisce ostetrica artigiana. È la manualità che l’ha aiutata a creare contenuti differenti e di valore per gli utenti, favorendo l’engagement continuo; grazie a uncino e lana è riuscita a creare modellini anatomici, famoso è quello del pavimento pelvico, che riescono a sintetizzare con chiarezza e simpatia complesse spiegazioni mediche.
La sua forza strategica risiede nel ton of voice utilizzato e nell’interazione costante. Un linguaggio semplice, empatico e che riesce a far sentire ogni donna che si ritrova sul suo profilo “parte di una famiglia”; ed è stato proprio il tono amichevole coniugato alla veridicità delle informazioni, riscontrabile con i feedback positivi delle stesse pazienti, che ha permesso la nascita di una community solida e in crescita. Esemplare è stato il social challenge “team panchetto” , in cui gli utenti venivano invitati a diffondere la pratica del panchetto (un rialzino da porre sotto i piedi per migliorare la postura mentre si è seduti sul wc) tramite la condivisione di una foto nelle loro storie instagram.
Accogliendo la sfida posta dalle nuove tecnologie nel settore sanitario ha adottato una prospettiva fondata sulla centralità del paziente, ponendo enfasi sul concetto di empowerment del paziente che si informa per effettuare una scelta adeguata e vuole sentirsi attore nel suo processo di scelta.
È riuscita a mappare i bisogni degli utenti con richieste dirette tramite il nuovo sticker “fammi una domanda” di Instagram, che permette di raccogliere in forma anonima gli interrogativi dei propri follower e produrre contenuti in grado di rispondere ai quesiti e alle esigenze di tutti in maniera sincera e puntuale.
I follower di Violeta compiono il customer journey completo. Dall’iniziale fase di aware, in cui diventano conoscitori del servizio offerto seguendo la sua pagina Instagram, arrivano a quella di advocate, sono diventati pazienti e al contempo promotori del servizio generando passaparola sul web, divulvando messaggi sociali che condizionano altri nel customer journey.

Che sia questa la strada da seguire?
Al momento non abbiamo riscontri economici certi ma le basi per far sì che quello tra Violeta e le sue pazienti sia un never-ending journey sono state poste. Le spiegazioni prive di tabù, il servizio d’ascolto senza giudizio permettono una relazione di lungo periodo con l’audience, la costruzione di un rapporto che passa per la libertà sessuale e di espressione, l’accettazione del proprio corpo e il bisogno di empowerment come paziente e, nel suo target specifico, come donna.
Violeta non è che un tassello che va a posizionarsi in una corrente creata dall’esigenza del pubblico femminile di essere ascoltate e comprese nella loro interezza, di ricevere supporto che non sia assistenzialista e di ricoprire il ruolo proattivo che ogni donna si merita.